Governance e ambiente: sono due i nodi da risolvere per il servizio idrico nel Mezzogiorno italiano, al centro del convegno “Sviluppo industriale e salvaguardia ambientale: ripartono gli investimenti a partire dal Sud “, organizzato da Luel – L’Hub per BolognaFiere nell’ambito di H2O, tredicesima mostra internazionale dell’acqua diBologna. Nel dibattito, introdotto dall’ingegnere Carlo Federico Caiaro e moderato dalla presidente di Luel Paola Matino, un confronto aperto tra i rappresentanti del Governo, l’Associazione nazionale degli Enti d’Ambito e gli amministratori delle Regioni del Sud, dove la grande disponibilità di risorse per gli investimenti in reti e infrastrutture idriche rischia di essere vanificata dalla mancanza di una governance omogenea. A invocare una maggiore presenza del governo centrale Mario Rosario Mazzola, componente del Comitato di esperti dei mercati, dell’industria e dei servizi della Presidenza del Consiglio: “Lo Stato – dice – deve trovare delle forme di collaborazione con gli enti locali del Sud, affinché i denari investiti vengano spesi bene”. Denari che in molti casi, come spiega Marina Colaizzi della Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque del Ministero dell’Ambiente, “non solo non sono stati spesi ma neppure impegnati, e su cui il Governo stesso ha avviato una ricognizione”. Le risorse disponibili rischiano infatti di essere rispedite al mittente, in quanto il decreto Sblocca Italia prevede che quanto non impegnato rientri nelle disponibilità dello Stato. Altro campanello d’allarme lanciato da Colaizzi riguarda le sanzioni europee: “La direttiva europea 91/271 sulle acque reflue vede l’Italia oggetto di procedure d’infrazione per circa mille agglomerati urbani”, distribuiti anche in alcune regioni del Nord come Friuli e Veneto, mentre l’Europa “sta puntando addosso i fanali” anche sul fronte della depurazione. Enti d’ambito destrutturati, che non hanno al loro interno le competenze necessarie per programmare la governance, e gestori di dimensioni troppo ridotte per sostenere gli investimenti sono i punti problematici messi in luce da Massimiliano Cenerini, rappresentante di Anea e direttore dell’Ato di Ancona. Diverse richieste al governo centrale sono formulate dai rappresentanti delle Regioni: “Dobbiamo essere assistiti – afferma il Direttore generale dei Lavori pubblici e della Mobilità della Calabria Domenico Pallaria – non tanto come Regione ma come enti attuatori: i Comuni non sono in grado di gestire l’appalto”. Il Direttore generale Acqua e Rifiuti della Sicilia Maurizio Pirillo invoca invece “maggiore autorità che non significa commissariamento, ma benchmark definiti sulle regole: se l’Ambito deve essere regionale, questa regola deve essere valida per tutti”. Mentre il Direttore del Servizio Idrico Integrato del Molise e Commissario EGAM Mauro di Muzio afferma: “Stiamo portando avanti il processo, ma fino ad ora non siamo stati capaci di cogliere questa occasione”.
Qui la playlist del convegno con tutte le interviste:
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